art&photography

Unseen: le foto mai viste di Vivian Maier

"Maier fotografava persone che gli altri non vedono, relegati ai margini della vita”

Di Chiara Venturi
11 Aprile 2025

“Maier fotografava persone che gli altri non vedono, relegati ai margini della vita” 

– Anne Morin – curatrice della mostra –
vivian maier mostra fotografica

La mostra Unseen: le foto mai viste di Vivian Maier, in corso fino al 21 aprile 2025 alla Villa Reale di Monza, è un viaggio raro e silenzioso dentro lo sguardo di una delle figure più enigmatiche e straordinarie della fotografia del Novecento.

Una storia che sembra un film

Vivian Maier non era una fotografa di mestiere. Nata a New York nel 1926, cresciuta tra America e Francia, ha lavorato per tutta la vita come bambinaia a Chicago. La fotografia per lei era un gesto intimo, personale. Qualcosa che faceva solo per sé.

Per decenni ha scattato senza mostrare i suoi lavori a nessuno, accumulando oltre 150.000 negativi, centinaia di rullini mai sviluppati, registrazioni audio e filmati in Super 8.

La sua storia è emersa solo per caso, nel 2007, quando John Maloof, un giovane studioso di Chicago, acquista all’asta alcune scatole piene di materiali appartenuti a una donna sconosciuta. Dentro trova un archivio sterminato di fotografie, una visione del mondo pura, semplice, autentica.

Da quella scoperta nasce tutto: mostre, libri, documentari (tra cui Finding Vivian Maier, candidato all’Oscar), e una crescente fascinazione per questa figura discreta e geniale.

Lo sguardo sulla strada e sull’umanità

Unseen: le foto mai viste di Vivian Maier raccoglie oltre 200 fotografie – molte inedite – e le accompagna con provini originali, registrazioni con la sua voce, filmati, e persino alcune delle macchine fotografiche che usava: la leggendaria Rolleiflex, ma anche Leica e una cinepresa Super 8.

È un racconto per immagini che attraversa la vita americana dagli anni ’50 agli anni ’80, soffermandosi sugli angoli meno visibili delle città e delle persone. Vivian Maier ha fotografato tutto: i bambini che giocano per strada, gli uomini addormentati su panchine o sedie, le donne anziane che portano a casa la spesa, i volti stanchi della working class americana.

Particolarmente affascinanti sono i suoi autoritratti: mai convenzionali, sempre giocati con intelligenza, riflessi in specchi, vetrine, ombre, superfici lucide. È come se la fotografa riuscisse a essere presente e invisibile allo stesso tempo.

Un archivio di vita e di epoca

Il valore del lavoro di Vivian Maier va oltre l’estetica. È uno straordinario documento di un’epoca – i vestiti, i gesti, gli oggetti, le strade raccontano con una naturalezza che nessuna messinscena potrebbe restituire.

La street photography, per lei, non era un esercizio di stile. Era una forma di ascolto, un modo per essere parte del mondo restando ai suoi margini.

Ultimi giorni per visitare Unseen

La mostra, organizzata da Vertigo Syndrome in collaborazione con diChroma Photography, è la più grande mai realizzata in Italia su Vivian Maier. Un percorso costruito in nove sezioni tematiche che attraversa tutta la sua produzione, dai ritratti alle scene di strada, dagli autoritratti agli sguardi rubati ai margini della società.

C’è tempo fino al 21 aprile 2025 per lasciarsi attraversare dal suo modo di vedere le cose.

Per informazioni e prenotazioni:
https://vivianmaierunseen.com

Un’occasione preziosa per scoprire – o riscoprire – una fotografa che ha saputo raccontare la bellezza fragile e potente della vita vera. Intanto, vi lascio qui sotto le foto che ho amato di più.

mostra vivian maier

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